Innovazione tecnologica nel processo produttivo: una storia nuova sul territorio…

L’agricoltura italiana si trova in una situazione complessa, compressa tra le sfide imposte dai cambiamenti climatici e le opportunità generate dall’innovazione tecnologica.

Conseguenza inevitabile è che il tessuto agro-caseario risulta essere in uno stallo inadeguato, presentando un’incompletezza delle filiere produttive e generando diverse inefficienze produttive. E’ da considerare, inoltre, la “scarsa” propensione, in questo settore, alla diffusione dell’innovazione, nonché il peso delle produzioni certificate e garantite.

Malgrado ciò, grazie allo sviluppo di nuovi sistemi tecnologici, il comparto agricolo è in fase progressiva di ammodernamento mediante l’attuazione di iniziative culturali innovative ed eco-sostenibili con riduzione dell’impatto sull’ambiente.

La promozione e la crescita, quindi, di un’agricoltura sempre più innovativa ha l’obiettivo di fornire supporto agli agricoltori per migliorare il loro lavoro e la gestione delle colture. 

Pertanto, un sempre maggiore ricorso a tecniche d’avanguardia, determina alle aziende un miglioramento della capacità di gestione in riferimento alla situazione ex-ante descrivibile in termini di incremento di parametri di performance relativi alla produzione, di maggiore sostenibilità ambientale e di miglioramento della qualità della produzione agricola nonché un tangibile elevazione del livello del benessere animale.

Tra le fasi che maggiormente sono state oggetto di innovazione troviamo la mungitura, ovvero il momento in cui avviene il prelievo del latte. Questa operazione deve essere eseguita con particolare attenzione nel rispetto delle buone prassi, idonee a garantire il massimo livello dell’igiene e della sicurezza alimentare.

Da circa un decennio, hanno cominciato ad esser presenti nelle stalle “mungitrici meccaniche” già in via di estinzione, in quanto sostituiti da veri e propri robot che, oltre ad eseguire l’operazione di raccolta, registra e raccoglie dati importanti, come la quantità e la qualità del latte prodotto, la durata della mungitura ed eventuali segnalazioni di anomalie nel latte stesso, nonché la quantità di mangime assunto. Tali dati sono molto utili per l’allevatore che può quindi anche rilevare problemi e patologie che affliggono l’animale ed intervenire prontamente, oltre a pianificare una diversa strategia imprenditoriale-agricola in grado di meglio ottimizzare l’intera gestione delle stalle nella sua complessità.

Seppur tale innovazione soppianterà alcune manipolazioni tradizionali del settore, si è del parere che, in ogni caso, le sensazioni, la conoscenza del bestiame e dei suoi comportamenti, lo sviluppo delle attività in malga, rimarranno ancora pilastro insostituibile nel rapporto allevatore/mucche, salvaguardando la tradizione lattiero-casearia, che sempre regna nelle aziende agricole trentine e, ancor di più, in quelle socie del Caseificio Sociale di Predazzo e Moena s.c.a.